My Awesome Mixtape, My Awesome Photoset
citofona San, ceniamo e usciamo.
la strada per il Circolo è breve, non c'è fila all'ingresso: un biglietto e un accredito fotografo. San pensava costasse di più, invece sono solo 5 euro e non smezziamo.
è una bella serata, il clima dentro il locale è leggermente più caldo del previsto, ma più o meno tutti rimangono con le loro felpe addosso.
io mi arrampico fino alla mia postazione, il limbo che divide il pubblico dall'artista, lo spazio tra palco e transenne dove tutti ti vedono perfettamente ma fanno i vaghi, e fingono che tu non esista.
oggi sono fortunato rispetto all'altra volta: pensavo di non poter entrare nel Limbo degli Invisibili perchè troppo angusto (come effettivamente è, me ne accorgo ora che devo scavalcare una serie di pesanti catafalchi di ferro decisamente scomodi) e dopo che avevo trovato una postazione da superfan (al centro sulla transenna, per l'appunto) mi accorgo che gli altri Invisibili (ma fortunatamente io sono riuscito a vederli) saltellavano allegramente a destra e a sinistra a pochi centimetri dai piedi dei Fuck Buttons (che io da vero superfan non avevo mai sentito nominare, e che ho molto apprezzato) appoggiando sul palco gli obietivi e le borse, al contrario di me, costretto ad improbabili acrobazie per cambiare l'ottica della mia macchina con una mano sola.
oggi sono proprio fortunato. non ci sono altri fotografi ocn le loro supermacchine che sembrano la custodia della mia per quanto sono grosse e non devo fare i conti con la loro iperprofessionalità nei rapporti che, devo dire, in genere mi inibisce e irrita anche un po'.
c'è solo un superpro che però già conosco per essere stato il suo soggetto in più di un'occasione, nello stesso posto in passato, e che è comunque molto simpatico.
insomma, dopo aver lasciato il rispettoso spazio all'Invisibile più autorevole e dopo un paio di Elephant, posso divertirmi un po'.
e allora vado: sparo circa un migliaio di scatti, su e giù dalle orride inferriate (che pian piano imparo a scavalcare con una certa dignità), faccio quasi cadere il trombettista mentre infilo la mano nella borsa, fieramente appoggiata dietro la sua spia, lancio la mia canonina tra i piedi del bassista e sulla pedaliera del violinista, alzo la mia mini davanti alla faccia (anzi, all'inguine) di chiunque cerchi nu po' di interplay con il pubblico, sbatto sulle mani della gente in prima fila e acciacco le giacche appoggiate sopra e sotto la transenna, il tutto con un misto di vaghezza e sorriso magico e alla fine il risultato è questo.
beh non proprio alla fine della serata, in realta mi ci vogliono gran parte delle ore del giorno dopo per scegliere, lavorare e pubblicare il set definitivo.
però alla fine sono contento. me lo riguardo e sono soddisfatto. specialmente perchè ritengo il mio lavoro abbastanza all'altezza di altri realizzati con attrezzatura decisamente più professional.
non vedo l'ora di prendere degli obiettivi decenti, un flash vero nonchè un corpo macchina meno da turista (anche se quello che ho non mi dispiace affatto).
fine concerto, San mi riporta a casa. saluto Ch, prendo l'ipodio e porto Dante a fare un giro.
la strada per il Circolo è breve, non c'è fila all'ingresso: un biglietto e un accredito fotografo. San pensava costasse di più, invece sono solo 5 euro e non smezziamo.
è una bella serata, il clima dentro il locale è leggermente più caldo del previsto, ma più o meno tutti rimangono con le loro felpe addosso.
io mi arrampico fino alla mia postazione, il limbo che divide il pubblico dall'artista, lo spazio tra palco e transenne dove tutti ti vedono perfettamente ma fanno i vaghi, e fingono che tu non esista.
oggi sono fortunato rispetto all'altra volta: pensavo di non poter entrare nel Limbo degli Invisibili perchè troppo angusto (come effettivamente è, me ne accorgo ora che devo scavalcare una serie di pesanti catafalchi di ferro decisamente scomodi) e dopo che avevo trovato una postazione da superfan (al centro sulla transenna, per l'appunto) mi accorgo che gli altri Invisibili (ma fortunatamente io sono riuscito a vederli) saltellavano allegramente a destra e a sinistra a pochi centimetri dai piedi dei Fuck Buttons (che io da vero superfan non avevo mai sentito nominare, e che ho molto apprezzato) appoggiando sul palco gli obietivi e le borse, al contrario di me, costretto ad improbabili acrobazie per cambiare l'ottica della mia macchina con una mano sola.
oggi sono proprio fortunato. non ci sono altri fotografi ocn le loro supermacchine che sembrano la custodia della mia per quanto sono grosse e non devo fare i conti con la loro iperprofessionalità nei rapporti che, devo dire, in genere mi inibisce e irrita anche un po'.
c'è solo un superpro che però già conosco per essere stato il suo soggetto in più di un'occasione, nello stesso posto in passato, e che è comunque molto simpatico.
insomma, dopo aver lasciato il rispettoso spazio all'Invisibile più autorevole e dopo un paio di Elephant, posso divertirmi un po'.
e allora vado: sparo circa un migliaio di scatti, su e giù dalle orride inferriate (che pian piano imparo a scavalcare con una certa dignità), faccio quasi cadere il trombettista mentre infilo la mano nella borsa, fieramente appoggiata dietro la sua spia, lancio la mia canonina tra i piedi del bassista e sulla pedaliera del violinista, alzo la mia mini davanti alla faccia (anzi, all'inguine) di chiunque cerchi nu po' di interplay con il pubblico, sbatto sulle mani della gente in prima fila e acciacco le giacche appoggiate sopra e sotto la transenna, il tutto con un misto di vaghezza e sorriso magico e alla fine il risultato è questo.
beh non proprio alla fine della serata, in realta mi ci vogliono gran parte delle ore del giorno dopo per scegliere, lavorare e pubblicare il set definitivo.
però alla fine sono contento. me lo riguardo e sono soddisfatto. specialmente perchè ritengo il mio lavoro abbastanza all'altezza di altri realizzati con attrezzatura decisamente più professional.
non vedo l'ora di prendere degli obiettivi decenti, un flash vero nonchè un corpo macchina meno da turista (anche se quello che ho non mi dispiace affatto).
fine concerto, San mi riporta a casa. saluto Ch, prendo l'ipodio e porto Dante a fare un giro.
Iscriviti a:
Post (Atom)