...e la carne, ormai stanca, suda fogli di carta bianca.
La situazione sembra farsi tesa, e anche se la testa scoppia non mi rendo conto della folle ironia che permette ai miei lobi frontali di estroflettere idee normali al di fuori di una precisa inquadratura della normalità. Sembra tutto fermarsi di fronte alla triste umanità della vita, che dopo aver fatto la sua entrata in scena esce chiedendo libertà da una deprimente routine frastellata di eventi quotidiani fuori dall'ordinario concatenarsi dei mulini a vuoto.
Scelgo una teiera ornata, direttamente da una lista di gelati alla panna fondamentalmente tutti uguali, che hanno deciso di non riuscire a condividere un solo momento della loro triste corsa alla deperibilità, per accorgemi immediatamente dopo che il prezzo da pagare è troppo alto, e provo rovente il desiderio di nascondermi tra i fogli del menù.
Un telefono, lontano, squilla.
Non che abbia velleità particolari di appartenere a questo o a quel tripudio di capelli unti e colorati, ma per non rischiare di aver voglia di poter dover spiegare a chicchessia le mie scelte in campo di mascelle di legno deposte da chissà quale animale di carta, decido di allungare una banconota azzurra in direzione nord nord est.
Non fosse mai accaduto! Presto mi vengono a prendere da chissà quale anfratto di questa rosseggiante sala bicubica, e con l'accusa di semiironia latofrontale agravata da una serie impressionante di epigrafi autografe rifinite in marmo viola su una prestigiosa carta con decorazioni osè mi slacciano una per una le parole che tenevo in caldo sotto la lingua, e con esse formano il mio discorso nuziale.
Esco sempre un po' estraniato da questo genere di competizioni mondane, ma ho raggiunto l'esperienza necessaria per permettermi di tenere in serbo per i momenti migliori un po' della mia proverbiale salsa flambè. Non che ne conosca la ricetta, ma perlomeno posso sfoggiare della sana puntualità da accompagnare al piatto.
Poco importa poi se il mio piatto, quello che deriva dal ricalco della forma dell'acqua quando evapora dai fondali delle tasche del del mio accappatoio, ritiene opportuno privarsi del sano apparire del sole estivo al momento del passaggio imminente del vento d'autunno.
E pensare che solo d'inverno potevo sperare di perdermi nella luna di primavera.
La Realtà ubriaca trasuda Carne Marcia
The Album Leaf - Drawing Mountains
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